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domenica 1 febbraio 2015

Master Game - Robert S. De Ropp

LE CINQUE STANZE
Possiamo essere ancora più precisi e sostenere, basandoci su valide prove, l’esistenza di cinque livelli di coscienza accessibili all'essere umano:
  • Sonno profondo senza sogni – Primo livello
  • Sogno – Secondo livello
  • Sonno da svegli (identità) – Terzo livello
  • Trascendenza di sé (ricordo di sé) – Quarto livello
  • Coscienza oggettiva (coscienza cosmica) – Quinto livello
La natura fornisce all'essere umano il primo, il secondo e il terzo livello di coscienza. Sono i livelli indispensabili per la vita, per la conservazione del corpo fisico e la perpetuazione della specie. Non fornisce invece l’esperienza del quarto e del quinto livello. È come se, per un errore nel suo schema evolutivo, l’essere umano avesse sviluppato un meccanismo che rende difficile sperimentare i due stati superiori di coscienza. 

SONNO SENZA SOGNI: la percezione è assente. L’attività è ridotta al minimo. Sono in atto i respiro, il battito cardiaco e altri processi involontari, ma manca completamente la consapevolezza di sé. È il sonno senza sogni, l’oblio fratello della morte. È la prima stanza in cui l’essere umano deve trascorrere gran parte della vita, perché solo nel sonno gli organi del corpo preposti alla rigenerazione (le nostre batterie vitali) si ricaricano.
Se gli viene impedito l’ingresso nella prima stanza, l’organismo può subire danni irreparabili. L’incapacità di dormire è uno dei primi sintomi della schizofrenia, una delle più comuni e più gravi forme di malattie mentali.

STANZA DEI SOGNI: non passiamo mai l’intero periodo del sonno nella prima stanza, e farlo sembra produrre effetti non salutari. Obbedendo a una legge ancora poco conosciuta, di tanto in tanto lasciamo la prima stanza ed entriamo nella seconda, quella dei sogni. Qui “vediamo” scene ed eventi davanti a noi, come se fossero proiettati su un grande schermo. Ho messo il verbo “vedere” tra virgolette perché, con gli occhi chiusi e la stanza immersa nell’oscurità, la retina non può essere impressionata da alcuna immagine. Si tratta di un vedere puramente mentale, eppure, attraverso un misterioso collegamento tra il cervello e gli occhi, quando sogniamo questi ultimi si muovono rapidamente, come se seguissero effettivamente una scena.

SONNO DA SVEGLI: il terzo stato di coscienza sorge quando l’individuo si sveglia dal sonno fisico e si trova immediatamente sprofondato in una condizione chiamata “identificazione”. L’identificazione è infatti il tratto distintivo del terzo stato di coscienza, in cui l’individuo non ha una consapevolezza autonoma, ma si perde in tutto ciò che fa, pensa e sente. Essendo l’essere umano perso e non presente a se stesso, Gurdjieff definisce il terzo stato di coscienza “sonno da svegli”.
L’uomo che si trova in questa condizione non è l’uomo vero, bensì una macchina priva di unità interiore, di reale volontà e di un io permanente, mossa e manipolata da forze esterne come un burattino dal burattinaio.
Inoltre, questa persona addormentata è attorniata da latri dormienti, e la cultura in cui vive è intesa a perpetuare questo stato di sonno. 
  
TRASCENDENZA DI SÉ: la possibilità di entrare nel quarto stato di coscienza dipende dall'averne già fatto esperienza.
… l’uomo può avere, e ha, dei barlumi di questo stato in seguito a un’emozione religiosa provata davanti a un’opera d’arte, nell'estasi sessuale o in situazioni di grave pericolo. In circostanze come queste, si dice che egli “si ricorda di se stesso”.
Il ricordo di sé è una separazione della consapevolezza da tutto quello che facciamo, pensiamo e sentiamo. Il suo simbolo è la freccia a due punte, che indica una duplice consapevolezza. C’è un agente e c’è un osservatore, che è la consapevolezza oggettiva di sé; c’è il senso di essere separati, staccati dalle limitazioni del copro fisico; c’è un senso di distacco, di non identificazione.

Quando veniamo a sapere dell’esistenza della quarta stanza, la nostra vita giunge a un bivio. Possiamo cercare di ignorarla, comportandoci come se non esistesse e ricadendo nello stato di totale identificazione, oppure provare il desiderio di giocare il Master game e cercare qualcuno che ci spieghi le tecniche del gioco.
Tutte le ricchezze di Creso non avrebbero consentito ad un re del passato di fare un’esperienza per noi normale come salire su un aereo.
La terza stanza è così comoda, sicura e piena di cose, quindi, perché dovremmo salire nella quarta? Che cosa può offrirci di più della terza?
La risposta è ovvia. La libertà. Solo nel quarto stato di coscienza ci liberiamo dalla tirannia dell’io e dalle paure e sofferenze che questa entità provoca. Una volta entrati nella quarta stanza, e dopo aver imparato ad abitarla, siamo liberi dalla paura. Le parole “io” e “mio” perdono il loro significato. Non ci identifichiamo più con il corpo fisico e non attribuiamo eccessiva importanza ai processi materiali.
Uno dei poteri che si sviluppano nella quarta stanza è la capacità di morire volontariamente.
L’uomo che vive nella terza stanza può credere di essere padrone di se stesso, ma in realtà non ha nessun controllo sulle sue azioni. Non è nemmeno capace di camminare per strada senza perdersi nelle più svariate impressioni che “colpiscono la sua immaginazione”. Padrone di sé è solo chi vive nella quarta stanza: sa dove sta andando, sa di stare facendo una certa cosa e perché la fa. Il suo segreto è il distacco dal risultato delle azioni, e misura il successo e il fallimento non in base ai risultati esteriori, ma in termini di consapevolezza interiore. 

COSCIENZA COSMICA: R.M. Bucke scrive, nel suo La coscienza cosmica, che la sua caratteristica principale è appunto una “coscienza del cosmo, cioè della vita e dell’ordine dell’universo”.
Un altro esempio è la visione cosmica che Krishna rivela ad Arjuna nella Bhagavad Gita.
Un contatto scorretto con la quinta stanza, attraverso le droghe o altri strumenti, può provocare danni irreversibili causati dalla potenza delle impressioni su una consapevolezza non sufficientemente preparata.
Nessuno, per quanto dotato di grandi capacità, può trasmettere a un’altra persona un diverso livello di coscienza. 


Fonte: Master Game