Translate

domenica 2 marzo 2014

Il trattato di Lisbona – Paolo Barnard

La Commissione europea ha delle sottocommissioni, circa 3000, formate da burocrati che sono divenuti gli imperatori d’Europa. La Commissione è formata da burocrati nominati dai capi di Stato e di Governo e non dai cittadini.
Essa ha il ruolo di pensare le leggi e le propone poi al Consiglio dei ministri che le vota. Il Consiglio dei Ministri non ha potere legislativo, vota le leggi della Commissione europea, è una specie di timbro che negli ultimi 15 anni ha discusso solo il 15% delle leggi. In genere le fanno passare come routine.

Il Parlamento europeo (dove ci sono i rappresentanti eletti da noi) perde potere; continua a non avere il potere di fare le leggi e non può approvarle.
Perde potere esecutivo su 21 punti (poteri) cruciali della politica europea e guadagna influenza su diverse altre aree, ma comunque non ha potere decisionale se non assieme al Consiglio dei Ministri.

Se Il Parlamento EU prende in mano una legge della Commissione EU e la vuole contestare, non può, anzi può solo se:
  • riesce a ottenere la maggioranza del 55% degli Stati EU
  • riesce a ottenere la maggioranza assoluta di tutti i parlamentari EU

Il Potere Legislativo, dovrebbe avere il popolo sovrano, ma in Europa chi fa le leggi sono dei rappresentanti non eletti dal popolo, i rappresentanti eletti non possono fare le leggi.
Nel potere legislativo è contemplato il principio di sussidiarietà. C’è una regola nel trattato di Lisbona che era già in vigore prima, secondi cui se c’è un conflitto di competenza fra uno Stato EU e l’Unione Europea, vince chi dei due è più competente in materia. Ma chi lo decide chi è più competente? Lo decide l’Unione Europea.

Con il trattato di Lisbona il presidente dell’Unione Europea acquisterà più poteri e potrà:
  • firmare accordi internazionali vincolanti (quelli che oggi firmano gli Stati singoli)
  • dichiarare guerra senza il permesso dell’ONU (è permessa un’astensione ma costruttiva, ossia se uno Stato decide di astenersi deve essere però collaborativo) ed è prevista in tutta l’Europa un’estensione delle spese militari.

Capitolo Sociale del trattato di Lisbona: libera concorrenza senza distorsione.
Questo riporta in auge un principio di gestione della nostra vita che passa per:
  • privatizzazioni selvagge, cioè la svendita a due lire di ciò che noi come generazione abbiam pagato con le nostre tasche
  • precarizzazioni del lavoro selvagge
  • tagli alle spese sociali
  • speculazione commerciale e finanziaria (capitalismo per i poveri e socialismo per i ricchi)
  • vietato lo sciopero se impedisce la libera circolazione delle merci
  • per alcuni appalti saranno vietate le contrattazioni salariali raggiunte dal sindacato, perché di ostacolo alla libera circolazione delle merci

Capitolo Salute del trattato di Lisbona:
  • i diritti dei pazienti sono stati scritti non nel capitolo sanità, ma nel capitolo del mercato interno
  •  se uno Stato EU vuole fare una politica occupazionale usando la spesa pubblica, non potrà farlo, se sono di ostacolo alla libera circolazione delle merci

La BCE imporrà (già lo fa) la stabilità dei prezzi.
Non esistono meccanismi nel trattato di Lisbona per redistribuire la ricchezza.
Non ci sono regole di armonizzazione delle politiche fiscali, monetarie ed economiche, con il capitolo sociale, ossia non ci sono regole che impongono agli Stati Uniti d’Europa di fare delle politiche monetarie, fiscali ed economiche che possano finanziare anche i bisogni dei cittadini.

Capitolo Giustizia del trattato di Lisbona: la Corte europea di giustizia è formata da giudici che sono nominati da burocrati, politici, da essi sono dipendenti ed ha un potere enorme (sarà più potente di qualunque Cassazione, Corte suprema, Costituzione esistente in qualsiasi paese EU), metterà in atto come struttura principale la Carta dei diritti fondamentali (che per l’Italia, vista la situazione politica in cui si trova, potrebbe essere un bene poiché sono sanciti i diritti di prima, seconda, terza e quarta generazione, i diritti delle minoranza, i diritti dei carcerati, viene negata la pena di morte …), e il trattato di Nizza.
Questi giudici potranno (e questo è gravissimo) emettere sentenze vincolanti su qualunque tribunale italiano, anche sulla Cassazione e su qualunque legge italiana, e chi ci garantisce che questi giudici, dipendenti dei burocrati non eletti, un domani non emettano delle sentenze che saranno restrittive nei confronti per esempio dei fari della giustizia europea, riportando indietro un progresso già fatto come ad esempio per l’Inghilterra, la Danimarca … e tutti quei paesi che sono molto più avanti a livello legislativo.
Questi giudici potentissimo potranno anche reintrodurre la pena di morte in caso di stato di crisi Europea.
Chi deciderà lo stato di crisi Europea? E in quali circostanze si potrà reintrodurre la pena di morte? Dobbiamo fidarci del parere di questi burocrati e politici che hanno fatto un colpo di stato, che hanno disegnato una costituzione che è tutta dalla parte del business e degli interessi delle corporazioni.
In Europa non abbiamo dunque un sistema giuridico in grado di ostacolare la strapotere che ha attuato questo colpo di Stato.
Questa nuova Europa che è nata, dove noi non siamo più sovrani andrà avanti per quanto, cento, duecento, trecento anni, ma secondo quali principi? Chi li ha decisi? Noi no.


Fonte: Paolo Barnard