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sabato 23 giugno 2012

La vera storia dei tre porcellini – Jon Scieszka

Ecco dunque ...

Tutti quanti conoscono la storia dei tre porcellini.
O per lo meno così credono.
Ma io ti svelerò un piccolo segreto.
Nessuno conosce la vera storia, perché nessuno ha mai sentito la mia versione di quella storia.

A. Wolf
Io sono il lupo Alexander T. Wolf.
Puoi chiamarmi Al.
Non so com’è venuta fuori questa cosa del Grande Lupo Cattivo, ma son tutte fandonie.

Forse per via della nostra dieta alimentare.
Hey, non è colpa mia se i lupi mangiano graziosi animaletti, come coniglietti e pecorelle e porcellini. Siamo fatti così. Se i cheeseburgers fossero graziosi, probabilmente penserebbero che anche tu sei Grande e Cattivo.
Comunque, come stavo dicendo, l’intera storia del Grande Lupo Cattivo è una fandonia. La storia vera è la storia di uno starnuto e di una tazza di zucchero.
Nel lontano C’era una volta, stavo facendo una torta di compleanno per la mia cara vecchia nonnina. Avevo un terribile raffreddore.
A un tratto m’accorsi d’aver finito lo zucchero.
Così uscii di casa per andare a chiedere una tazza di zucchero al mio vicino.
Ora, questo vicino era un maiale.
E nemmeno troppo sveglio.
S’era costruito la casa tutta di paglia.
Ti pare normale? Voglio dire, quando mai uno con un po’ di sale in zucca si costruirebbe una casa di paglia?

Così ovviamente, bastò che bussai alla porta perché quella si sfasciasse. Mi imbarazzava introdurmi senza permesso nella casa di qualcun altro, così chiami: "Porcellino ... Porcellino, ci sei?" Nessuna risposta. Ero sul punto di tornare a casa senza la tazza di zucchero per la torta di compleanno della mia cara vecchia nonnina.
In quel momento cominciò a pizzicarmi il naso.
Sentii arrivare uno starnuto.
Così soffiai.
E sbuffai.
E feci un fenomeno di starnuto.
E sai che successe? L’intera dannata catapecchia fu spazzata via. E nel bel mezzo del mucchio di paglia c’era Primo, il Porcellino, bello stecchito. Era rimasto rintanato in casa per tutto il tempo.
Sarebbe stato uno spreco lasciare quell’appetitoso prosciutto lì nella paglia. Così me lo mangiai.
Pensalo come un grosso cheeseburger lì per terra.
Mi sentivo un po’ meglio ma ancora non avevo la mia tazza di zucchero. Così andai alla casa del vicini seguente.
Questo vicino era il fratello di Primo il Porcellino.
Era un po’ più sveglio, ma non di tanto.
S’era costruito una casa di ramoscelli.

Suonai il campanello della casa di ramoscelli.
Nessuno rispose.
Chiami: "Signor Porcellino … signor Porcellino, ci sei?"
Mi strillò dietro: “Vattene lupo. Non puoi entrare! Mi sto rasando il triplo mento.
Avevo appena afferrato la maniglia quando sentii arrivare un altro starnuto.
Soffiai e sbuffai. Cercai di coprirmi la bocca, ma feci un fenomeno di starnuto.
Tu non ci crederai, ma la casa di questo tipo fu spazzata via proprio come quella di suo fratello.
Quando la polvere si diradò c’era Secondo il Porcellino bello stecchito. Parola di lupo!
No, dico … sai bene che il cibo si guasta se lo lasci, così all’aperto.
Così feci l’unica cosa sensata da fare e pranzai di nuovo. Pensalo come la seconda portata. Cominciavo a sentirmi spaventosamente pieno. D’altra parte con il mio raffreddore andavo migliorando. Ma continuavo a non avere quella tazza di zucchero per la torta di compleanno della mia cara vecchia nonnina.
Così andai alla casa seguente. Questo era il fratello di Primo e Secondo, i porcellini.
Doveva essere il cervello della famiglia. S’era costruito la casa di mattoni.

Bussai alla casa di mattoni. Nessuna risposta. Chiamai: "Signor Porcellino ... Signor Porcellino, Ci sei? E sai cosa mi ha risposto quel porcellino incivile?"
“Togliti dai piedi lupo! E non scocciarmi più!”
Che razza di maleducato!
Magari aveva in casa un sacco di zucchero e non me ne avrebbe dato nemmeno una tazzina per la torta di compleanno della mia cara e dolce vecchia nonnina!
Ero sul punto di tornarmene a casa e forse fare un bel biglietto d’auguri invece di una torta, quando sentii il raffreddore tornare alla carica. Soffiai e sbuffai.
E starnutii un’altra volta.
Allora Terzo il Porcellino strillò: “E la tua vecchia nonnina può andare a farsi friggere!”
Ora, normalmente io sono un tipo piuttosto calmo. Ma se qualcuno si permette di parlare così della mia nonnina, succede che perdo un po’ le staffe. Quando gli agenti sono arrivati è chiaro che stessi cercando di buttar giù la porta. Facendo un gran soffiare e sbuffare e starnutire, una vera scenata.
Tutti i giornalisti d’assalto si misero sulle mie tracce e saltò fuori la faccenda di due maiali per pranzo.
Trovavano che la storia di un tizio ammalto, che esce per farsi prestare una tazza di zucchero non fosse granché eccitante. Così gonfiarono la storia con tutto questo “soffiare e sbuffare e buttar giù le case altrui” e fecero di me il Grande Lupo Cattivo.
Questo è quanto.
La vera storia.
Sono stato incastrato.

... Ma tu forse potresti prestarmi una tazza di zucchero ...


La vera storia dei tre porcellini






domenica 17 giugno 2012

Il tradimento della medicina

La medicina ufficiale, terza causa di morte:
  • Integratori alimentari 0,0001%
  • Punture d'ape 0,0008%
  • Punture d'insetti (altri) 0,0020%
  • Infortuni sportivi 0,0020%
  • Fulmini 0,0041%
  • Morsi d'animali 0,0048%
  • Corse a cavallo 0,0052%
  • Allergia da penicillina 0,010%
  • Scivoloni/cadute 0,019%
  • Incidenti elettrici 0,038%
  • Assideramenti 0,048%
  • Armi da fuoco (incidenti) 0,079%
  • Avvelenamento 0,17%
  • Asma 0,19%
  • Incendi casalinghi 0,19%
  • Annegamento 0,21%
  • Alimentazione 0,24%
  • Gas radon 0,62%
  • Assassini 0,94%
  • Suicidi 1,41%
  • Incidenti stradali 2,57%
  • Alcolismo 4,49%
  • Fumo 7,19%
  • Pratiche mediche (uso corretto di medicinali autorizzati 5,18% + errori medici 2,40%) 7,58%
  • Cancro 22,11%
  • Problemi cardiovascolari 47,00%

I dati della tabella 1 sono tratti da uno studio di Ron Law[1] basato su statistiche ufficiali degli USA. Con minime differenze numeriche da paese a paese, essi rispecchiano la stessa situazione per tutte le nazioni "occidentali". Nella tabella vengono utilizzati i valori minimi del range (non vogliamo essere accusati di esagerare).
Le medicine testate, autorizzate, prescritte e normalmente usate, incidono per il 5,18% delle cause di morte; cosa che non viene mai pubblicizzata. (Fonte: Journal of the American Medical Association, dalle 90.000 alle 160.000 morti annue). Ogni anno in USA muoiono migliaia di persone a causa degli effetti della semplice aspirina.
Le disgrazie mediche evitabili (errori) incidono per il  2,40% (Fonte CDC - Center for Disease Control, dalle 40.000 alle 90.000 persone). In Australia muoiono 9.000 persone all'anno a causa di errori medici evitabili. (Fonte, Australian Medical Journal). Sempre in Australia ogni anno 50.000 persone riportano danni permanenti (menomazioni, mutilazioni) sempre per lo stesso motivo.
Per contro, quando i medici scioperano il numero delle morti diminuisce nettamente!

La medicina è la prima causa di morte in USA.
(Ma anche negli altri paesi occidentali la situazione non è molto diversa)
In verità la situazione è anche peggiore di quanto appare dalla precedente sezione. Una ricerca statistica, più vasta e completa di quella di Ron Law, è stata pubblicata recentemente. I seguenti medici e ricercatori, Gary Null PhD, Carolyn Dean MD ND, Martin Feldman MD,  Debora Rasio  MD,  Dorothy Smith  PhD,  basandosi sui  dati statistici  pubblicati  in  molte  decine  di  lavori  scientifici,  hanno analizzato i risultati del sistema sanitario degli USA degli ultimi dieci anni. Nel dicembre 2003 il lavoro è stato pubblicato in 46 pagine scioccanti: “Death by Medicine” (Morte da Medicina).

Cause
Morti
Reazioni da farmaci in ospedale
106.000
Reazioni da farmaci non in ospedale
199.000
Errori medici
98.000
Piaghe da decubito
115.000
Infezioni ospedaliere
88.000
Malnutrizione
108.800
Procedure mediche non necessarie
37.136
Conseguenze da interventi chirurgici
32.000
Totale morti per medicina
783.936


Risulta che ogni anno in USA avvengono in media i seguenti decessi per le seguenti cause
I dati sono riferiti ampiamente per difetto.
Facciamo un confronto con altri due dati:
  • Morti per malattie cardiocircolatorie: 699.697
  • Morti per cancro                                      : 553.251

Il sistema sanitario risulta dunque essere la prima causa di morte, perfino davanti alle malattie cardiocircolatorie.
Per   quanto   riguarda i  farmaci,  e  intendiamo  i  farmaci regolarmente sperimentati e autorizzati, è ormai quasi di routine che, dopo un uso di 10 o 20 anni o più, si scopra che sono gravemente nocivi. Vengono ritirati dal commercio per essere sostituiti da altri, i quali alcuni anni dopo seguiranno lo stesso destino.
Due esempi.
I farmaci di sostituzione ormonale per ritardare la menopausa e sconfiggere  l'osteoporosi.  Ora si  è  scoperto  che  due  di  questi medicinali, il  Premarin  e  il  Prempro,  provocano cancro, embolia polmonare,    infarto    e    demenza.    In    USA,    dato    che    sono commercializzati da 40 anni, sono circa cento milioni le donne che lo hanno usato e che ora sono in pericolo.
Sull'autorevole    rivista    British    Medical    Journal    è    stata recentemente pubblicata una ricerca dell'Università di Nottingham sui rischi legati agli antidolorifici a cura di Julia Hippisley-Cox e Carol Coupland. Hanno tenuto sotto osservazione 9.218 pazienti che avevano già sofferto di un primo infarto. È risultato che l'assunzione di antidolorifici aumenta il rischio di infarto dal 21 al 55%, a seconda del principio attivo contenuto nel farmaco usato. In particolare ha destato preoccupazione il fatto che l'ibuprofen, contenuto in molti farmaci  e  considerato  estremamente  sicuro,  tanto  da  sostituire  il pericoloso  rofecoxib  (principio  attivo  del  Vioxx,  recentemente ritirato dal commercio), aumenta il rischio di infarto del 24%.
Ma i  medici  che  considerazione  hanno  di  ciò  che  stanno facendo? Bé, qui gettano la maschera! Nessun psichiatra si è mai sottoposto  ad elettroshock; la percentuale di medici che si  fanno operare è vicina allo 0%; il 70% degli oncologi dichiara che mai si farebbe sottoporre a chemioterapia.
Ma generalmente le persone pensano ai danni procurati dalla medicina come ad tassa più o meno inevitabile in cambio di infiniti vantaggi: allungamento della vita, guarigione da innumerevoli malattie, ecc... Anche in questo caso, dietro questa benevola credenza
popolare, si tiene nascosta una terribile verità. Questo e un elenco piu o meno completo dei principali mali che affliggono i corpi e le menti dei popoli di questo pianeta, con particolare riferimento a quelli dei paesi occidentali.
  • Cancro
  • Diabete
  • Ictus cerebrale
  • Infarto
  • Ipertensione
  • Paraplegia da incidente
  • Sindrome di Down
  • Morbo di Alzheimer
  • Morbo di Parkinson
  • AIDS
  • Sclerosi multipla
  • Distrofia muscolare
  • Asma
  • Artrosi
  • Allergie
  • Artrite reumatoide
  • Osteoporosi
  • Influenza
  • Raffreddore
  • Sclerosi laterale amiotrofica
  • Morbo di Crohn
  • Schizofrenia
  • Altre psicosi
  • Nevrosi
  • Malattie genetiche
  • Psoriasi
Queste malattie hanno tutte in comune una peculiarità: sono inguaribili. In verità questa caratteristica non e propria di queste patologie in se, questo e il carattere generale di tutta la medicina ufficiale: attualmente essa non guarisce alcuna malattia!
Bé,  trattamenti  sì,  c'è  ne  sono  tanti.  C'è  tutta  una  quantità impressionante di trattamenti di tutti i tipi: per migliorare la “qualità della vita”, per aumentare la sopravvivenza, per diminuire i sintomi, per  rallentare  il  decorso  della  patologia,  ecc,  ecc...  Ma  se  per guarigione intendiamo il fatto che prima c'era una malattia e ora non c'è più e che il paziente ora sta bene e non ha più bisogno di nessuna terapia...  ahimé!  sfido  chiunque  dei  miei  venticinque  lettori  che conosca una sola delle affezioni sopra elencate che trovi guarigione o   prevenzione  presso  la  medicina  ufficiale  dello  stato  e  delle
multinazionali farmaceutiche.

AIDS e Hiv, il virus inventato
Se chiedete spiegazioni sul fatto che l'Hiv sia la causa dell'AIDS a un “esperto”, a un “addetto ai lavori”, egli vi riferirà frasi del tipo: “non ce n'e bisogno; tutti ormai sanno che...”: Ma se volete andare a fondo della faccenda, se volete trovare e leggere la pubblicazione originale che riferisce della scoperta, dei metodi e dei risultati usati per arrivarci, ecc... come si usa per qualsiasi normale lavoro di ricerca scientifica, potrete passare il resto dei vostri giorni a
cercarla, dato che... non esiste!
Un giorno il premio Nobel per la chimica, Kary B. Mullis, scrivendo una relazione scientifica sull'AIDS, si accorse di non conoscere le fonti scientifiche che avvaloravano la frase che aveva appena scritto: “L'Hiv è la causa probabile dell'AIDS”. Anche se i suoi colleghi gli dicevano che non ce n'era bisogno perche ormai “si sa”, per serietà professionale, si mise a cercarle. Dopo due anni e una quindicina di congressi, aveva chiesto invano a quasi tutti quelli che pensava potessero dargli una risposta.
Finalmente ebbe l'occasione di avvicinare Luc Montagnier che era a S. Diego per tenere una conferenza. Ricordiamo che questo ricercatore è considerato dai media, assieme a Robert Gallo, lo scopritore dell'Hiv come causa dell'AIDS. Val la pena di sentire lo “storico” incontro dalla testimonianza di Mullis.
“Immaginavo che Montagnier sapesse la risposta. Cosi gli esposi il mio problema. Con un'occhiata stupita e condiscendente, Montagnier mi disse: Perché non cita il rapporto del Cdc? Risposi:Perche quel rapporto non risponde al quesito se l'Hiv sia o meno la probabile causa dell'AIDS, non e cosi? Certo, ammise lui, senza dubbio chiedendosi quando mi sarei tolto dalle scatole. Cercò sostegno con lo sguardo fra le persone che gli si erano radunate attorno, ma tutte, come me, avevano l'aria di aspettare una risposta
più definitiva. Perche non cita il lavoro sul Siv? mi suggerì il buon dottore.
Ho letto anche quello, dottor Montagnier, risposi. Ciò che accadde a quelle scimmie a me non ha fatto venire in mente l'AIDS. Inoltre quel lavoro scientifico e stato pubblicato solo un paio di mesi fa. Io sto cercando il lavoro originario in cui qualcuno ha dimostrato
che l'Hiv provoca l'AIDS. A questo punto, invece di rispondermi, il dottor Montagnier si allontanò rapidamente per andare a salutare un conoscente all'altro capo della sala”.

Ma come mai ad un certo punto si e cominciato a parlare di Hiv causa dell'AIDS?
Nel 1981 i virologi americani, che fino a quel momento avevano ricevuto finanziamenti faraonici per trovare il virus del cancro, si erano resi conto già da tempo del fallimento totale della loro ricerca e di essere ormai giunti alla fine di un vicolo cieco. Avevano tutti paura di perdere da un momento all'altro i loro grassi stipendi. Robert Gallo era uno di loro... così un giorno ebbe un colpo di genio che risolse i problemi finanziari suoi e di tutta questa gente.
Montagnier gli aveva spedito un virus trovato in un linfonodo di un omosessuale malato di AIDS e, dato che aveva appoggi politici, si fece organizzare una conferenza stampa dal ministro della Sanità, Margaret Heckler.
Lì, di fronte alla stampa mondiale, con gesto teatrale si tolse lentamente gli occhiali da sole e disse: “Signori, abbiamo trovato la causa dell'AIDS”.
Ecco: la fonte “scientifica” che Mullis cercava è questa.
Le cure, le statistiche, i test, le ricerche, ecc... poggiano tutte su questa fonte, cioè sul nulla!
Ma di cosa muoiono i malati d’immunodeficienza? Be, d’immunodeficienza, ovviamente; ma anche di “terapie”. Pensate che l'AZT, uno dei farmaci più usati in questa patologia, era stato accantonato dalla ditta farmaceutica che lo aveva sperimentato perché non serviva a niente e uccideva tutti i topi da laboratorio; un ottimo topicida, insomma. Lo tirò fuori dal “cassetto” dopo la “scoperta” di Gallo e lo riciclo ottenendone ottimi profitti.


Psichiatria
Lo sapete che i pareri di uno psichiatra hanno un peso tale nell'amministrazione della giustizia, che possono fare la differenza tra una condanna di 30 anni e un'assoluzione?
La psichiatria è qualcosa di semplicemente incredibile. E l'unica scienza democratica esistente al mondo. Infatti quando gli psichiatri vogliono stabilire una verità scientifica sulla mente, si riuniscono, votano e la stabiliscono a maggioranza (sic!). La cosa sarebbe molto umoristica se non ci fossero due fatti che gettano una luce sinistra su questa attività. Primo: la psichiatria, in tutta la sua storia, non ha mai, mai, mai guarito nessuno. Secondo: l'elettroshock, i letti di contenzione, le torture, le camicie di forza, le mutilazioni chirurgiche
al cervello, i manicomi e, più recentemente, gli psicofarmaci, vere e proprie droghe che distruggono la mente, non sono gli strumenti per guarire, ma una pratica abbietta che deve scomparire per sempre e al più presto dalla faccia del pianeta.
Sul logo dell'Associazione Psichiatrica Americana figura l'effige di Benjamin Rush,  considerato a ragione il  padre della moderna psichiatria. Questo individuo “scoprì” che tutti i neri sono malati di negritudine, una malattia affine alla lebbra che li rende degli esseri inferiori. Un suo collega, Samuel Cartwright invece scoprì che i neri che tentano di scappare dalla schiavitù hanno un disturbo mentale detto  drapetomania.  Trovò  anche  la  cura  per  questa  sindrome: frequenti frustate.
Che dire delle nuove “sindromi”, le patologie che gli psichiatri sfornano continuamente di anno in anno. Se andate in palestra, potete essere “sport-compulsivi”; se vi curate con l'omeopatia, anche per voi c'è una malattia mentale bella e pronta: la mania di curarsi con le medicine non convenzionali; se il vostro piccolo è troppo vivace, ha la   sindrome  di  iperattività  e  dovrà  prendere  un'anfetamina,  il metilfenidato, classificato dal Ministero della Salute come una delle droghe più pericolose.
Bisogna anche sapere che dei 170 esperti che contribuiscono alla stesura del manuale DSM (la “bibbia” della psichiatria, dove sono elencate tutte le sindromi), più del 50% ha avuto legami finanziari con case farmaceutiche che vendono medicinali per la cura di questi disturbi. Percentuale che diventa il 100% per i cosiddetti esperti che formano i gruppi di ricerca su disturbi del comportamento e psicosi.

Fonte: Il tradimento della medicina - http://www.aerrepici.org/





[1] Ron Law è direttore dell'Associazione Nazionale della Nuova Zelanda per gli integratori alimentari e membro di un gruppo di lavoro del governo neozelandese incaricato a suggerire nuove strategie per la riduzione degli errori medici.

domenica 3 giugno 2012

Riflessologia plantare

Il massaggio zonale dei piedi è uno dei più antichi metodi di cura e autocura.

La riflessologia sembra abbia origini molte antiche (5000 anni fa circa): Egitto, Cina, Pakistan, Indonesia. Pare che gli Incas abbiamo poi insegnato agli Indiani d’America
“I piedi poggiano sulla terra e grazie a essa lo spirito si collega all’universo. Sono il nostro contatto con la terra e con le energie che la percorrono” (ragazza indiana)

La riflessologia sembra abbia origini molte antiche (5000 anni fa circa): Egitto, Cina, Pakistan, Indonesia. Pare che gli Incas abbiamo poi insegnato agli Indiani d’America
“I piedi poggiano sulla terra e grazie a essa lo spirito si collega all’universo. Sono il nostro contatto con la terra e con le energie che la percorrono” (ragazza indiana)

Il padre della medicina, Ippocrate, già nel V secolo A.C., comprese il valore del massaggio, insegnandolo ai propri allievi.

William Fitzgerald fu il 1° maestro di riflessologia, medico-odontoiatra che considerò le aree riflesse. Scoprì che se si applicava una certa pressione sulle dita, si otteneva un effetto anestetico locale sulla mano, il braccio, il viso, l’orecchio, il naso.
La sua teoria dice che il corpo è attraversato da 10 meridiani longitudinali (5 per parte) più 3 linee trasversali (i tre diagrammi, quando uno dei tre si blocca anche gli altri lo fanno), che lo dividono in altrettante zone, ciascuna delle quali contiene organi e visceri, i cui riflessi si trovano nella zona corrispondente dei piedi e anche delle mani.
Grazie a questa suddivisione in zone poteva sfruttare l’effetto anestetico dei punti di riflesso.





Mentre Fitzgerlad usò la sua scoperta per gli anestetici, Eunice Hinghrami si focalizzò più sui riflessi, tracciando la prima mappa del piede, sistematizzando la tecnica del massaggio, consigliando l’uso del pollice per la stimolazione, usato con un movimento rivolto alla polverizzazione di un granello di zucchero, sostenendo che per mantenere un continuo rifornimento di sangue, ovvero che la circolazione normale affluisse attraverso ogni minima giuntura e terminazione nervosa, occorreva correre a piedi scalzi, piegando e torcendo i nostri piedi.
Infatti, se nella nostra circolazione sanguigna, permettiamo il formarsi di una condizione estremamente acida (dovuta a immobilità), aumentiamo i depositi di calcio. Cristalli di calcio, si formano su queste terminazioni nervose, impedendo la normale circolazione alle varie parti del corpo.
Con il massaggio riflessogeno plantare, avviene un aumento di circolazione sanguigna, la tensione è attenuata attraverso il SNC (sistema nervoso centrale), consentendo l’attenuarsi dello sforzo a cui si è sottoposto il corpo, contribuendo così al libero fluire energetico. Mentre si massaggia il riflesso, i nervi portano il messaggio al cervello, il quale a sua volta lo trasmette all’organo legato a quel riflesso.
Ad avvalorare ciò, contribuisce lo schema riprodotto circa la colonna vertebrale posta sull’interno dell’arcata plantare.
La colonna vertebrale contiene il midollo, da cui dipartono coppie di nervi che trasferiscono l’impulso nervoso agli organi corrispondenti. Si capisce come quindi il massaggio possa influire sui nervi “irritati” per compressioni, trami o cattiva postura.

Hanne Marquardt fondò in Germania la scuola di riflessologia e nel 1970 tenne molti corsi. Suo allievo fu Elipio Zamboni, massofisioterapista che sistematizzò e integrò le antiche tradizioni, sviluppando un metodo proprio, che presentò nel 1915 con il nome di "terapia zonale" e poi a sua volta, fondò la FIRP (scuola triennale di riflessologia). Egli disse:
Sedere ai piedi di un paziente è un atto di umiltà e amore”.

Le intossicazioni sono degli aspetti presenti in moltissimi disturbi. Ci intossichiamo con cibo, acqua, elettrosmog, aria … le intossicazioni si fermano nelle terminazioni nervose come depositi cristallini e stabiliscono un contatto elettrico o un impulso con il substrato, interferendo così con il flusso elettromagnetico che scorre all’ interno del corpo.
Se la congestione è profonda, il punto riflesso sarà dolente. La stimolazione del punto produce un effetto positivo verso l’area del corpo correlata.


Le stimolazioni riflessogene attuate sui punti localizzati nei piedi, mettono in circolo una quantità di tossine, che sono state sbloccate da alcuni punti dolenti al tatto perché cristallizzati, e dalla zone da loro confinati. Tossine o scorie, hanno obbligo di essere espulse, per non danneggiare ulteriormente l’organismo (cosa che avverrebbe se rimanessero in circolo). Per questo è necessario, alla fine di qualsiasi trattamento, stimolare il trittico RENE, VESCICA, URETERE, al fine di aiutare il paziente a espellere le scorie dannose attraverso l’urina.

RIFLESSOLOGIA PLANTARE = riequilibrio energetico
Riequilibrio perché si va a lavorare su:    
  • circolazione
  • ossigenazione
  • stimolazione (da cui avremo una risposta dal corpo)